La legge della delusione è cocente.
Quando una fede, prima euforica, poi delusa, viene meno la conseguenza scontata è il rinchiudersi a riccio dei fedeli, la fuoriuscita degli ex fedeli, l'abbandono degli "entusiasmi rivoluzionari", infine il tradimento degli ideali e il trapasso a posizioni opposte a quelle originarie.
E' quel che è successo alle generazioni "rivoluzionarie" sessantottine, agli ex-comunisti, ai larghi strati di popolazioni dell'Est europeo.
Molti di questi soggetti si sono schierati dalla parte del capitalismo più becero e reazionario, dalla parte delle lobby finanziarie e, in altri casi, su posizioni ultrafasciste e ultranaziste (v. Ungheria Polonia, Ex-Jugoslavia, ecc...).
Quale lezione trarre per l'Italia?
Il movimento 5stelle ha adempiuto, fino ad ora egregiamente a trattenere ed incanalare la rabbia popolare, sui temi della diseguaglianza sociale, ma, ora, sotto la spinta anti-immigrazionista di Salvini, sta perdendo consensi e appoggi popolari consistenti.
In molti a "sinistra" (i fedeli talebani del PD) e a destra (i sudditi della mummia berlusconiana) si augurano che i 5stelle crollino e spariscano dalla scena politica. Sbavano per tornare a governare come prima! In modo cagnesco, sono fedeli alla grande finanza e al Totem del mercato che tutto domina.
Putroppo, il Movimento 5stelle sta facendo molto (di suo) per perdere consensi. Dibba (Di Battista) è convinto che molto dipenda dalla stampa quasi tutta schierata contro il movimento; ma questa è una spiegazione parziale e, in definitiva, non centrale. Che la grande stampa sia contro è normale, dato che essa è pagata dai potentati economici; quello che invece non va bene è la strategia e la tattica del movimento e dei suoi leader, per non parlare della comunicazione, assai deficitaria.
I punti di carenza del movimento sono tanti:
- una selezione molto approssimativa dei cittadini candidati-eletti
- una totale carenza di scuola politica, sulla visione totale e strategica della fase e sulla comunicazione
- un eccessivo appiattimento-inseguimento dell'alleato Salvini (che occupa mediaticamente ogni anfratto)
- una carenza comunicativa sulle cose fatte
- una carenza sulle cose da fare in ordine di priorità
- tempi troppo lunghi per approvare le decisioni urgenti (Ponte di Genova docet, Tav, opere ferroviarie in Meridione e nelle tratte a binario unico da fare con urgenza assoluta, cantieri da sbloccare, ecc...)
- il ministro del lavoro assente in situazioni che richiedono una decisione urgente (es.: vertenza pastori sardi, pugliesi, siciliani), non si è capito perchè se ne sia occupato il ministro dell'interno Salvini (ancora lui) e non il ministro del lavoro!
- Tutto il dibattito piegato su immigrazione e sicurezza non è a favore dei 5stelle, e non rappresenta la priorità assoluta del popolo. (il lavoro, l'occupazione, la fine delle politiche della precarietà, sono la vera priorità). Su questo terreno la attaglia con la Lega vedrebbe i 5stelle vincere in assoluto.
- Le politiche di riassetto del territorio e della salvaguardia ambientale sono evidenti? L'ottimo ministro sta comunicando quali progressi si stanno facendo?
Quindi è più che evidente dove si registrano le carenze politiche e mediatiche dei 5stelle. Ma il loro (eventuale) tonfo non potrà essere motivo di soddisfazione per le persone che vogliono un cambiamento (anche piccolo) in questo paese. Esiste il forte rischio che all'investimento (fideistico) iniziale, con entusiasmi quasi al limite dell'esaltazione, alcuni passino alla delusione e all'abbandono del voto. Ora occorre, al contrario, sostenere questa forza popolare, che con tantissimi limiti è una goccia di miglioramento nel mare magnum della mota partitica. I giornaloni usano tutti gli strumenti per attaccarli, così come le lobby finanziarie, ed è proprio per tale motivo che il sostegno popolare per ora non deve mancare a questa giovane forza, sperando che migliori la qualità della comunicazione, e le tattiche politiche senza appiattirsi sulle posizioni della Lega.
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