Il successo di Trump, il successo della Lega e di altri movimenti che esaltano il locale contro il globale, consiste propriamente, nel proporre un “venticello locale resistente” contro il “tornado della globalizzazione”.
La furia della classe dominante (FMI, Lagarde, Alphabet,Microsoft,Amazon,Tencent Holdings, Berkshire Hathaway. Facebook, Alibaba, johnson & Johnson, JPMorgan Chase
, ecc) ha imposto una formula economica che ha impoverito molte classi medie nel mondo e ha marcato la cifra della precarietà come simbolo del “nuovo che avanza”.
Questa terrificante nuova visione del futuro ha incattivito il clima mondiale favorendo l’ascesa dei gruppi che si oppongono al disegno globalista.
La crisi da sovrapproduzione e di crescente precarizzazione del mondo del lavoro ha fatto il resto.
Qual è lo scenario attuale? Una crescente produttività con ritmi di lavoro e di produzione robotizzati che impongono un riassetto delle produzioni, tali da sovrapprodurre merci ad un ritmo infernale mai visto nella storia umana. Al contempo una crescente espulsione di forza lavoro in esubero, un abbassamento vertiginoso dei diritti e dei livelli di salario, sia nel ceto operaio che in quello impiegatizio, con conseguenze sociali devastanti.
Magazzini colmi di merci invendute, distribuzione delle merci concentrate in poche mani multinazionali, lavoratori e commessi senza tutele, operai marginalizzati, aziende che migrano da un continente all’altro in cerca del “minor costo del lavoro” (troverai sempre qualcuno disposto a lavorare per un pugno di riso, specie se è estremamente bisognoso). I giovani son ormai mantenuti dalle generazioni precedenti, dato che i loro salari sono da fame.
In questo scenario da incubo, vi sono sacche di ricchezza sempre più sfrontate ed arroganti che impongono una visione del mondo a loro uso e consumo, e la sinistra, da tempo ha sostenuto e sposato quella visione (radical chic) in nome della modernità e della competitività! Una formula parafascista in salsa, appunto, “moderna”.
Da qui, il tentativo di “resistenza” a questo sfascio, ha decretato, in Italia, il successo della LEGA che si presenta come partito che si “oppone” alla globalizzazione (almeno a parole).
In Europa e nel mondo Usa cresce questa visione che prende strade assai curiose: Trump ad esempio, un gigante del crac finanziario, un bancarottiere, che si presenta come un difensore delle istanze operaie. Purtroppo gli operai ci cascano e votano un arricchito sperando in un riscatto sociale. Non è strano? Come è accaduto per 20 anni in Italia con Berlusconi, votato anche da strati sociali umili che speravano in un riscatto (milioni di posti di lavoro creati da un miliardario!).
Oggi Salvini ha capito che presentarsi con la faccia del popolo e parlare la “lingua del bar” paga e, se non altro, diventa comprensibile a i più, mentre la disgustosa lingua radical chic o velleitaria della “sinistra” rompe solo i coglioni, oltre che essere improdduttivamente parolaia e velleitaria.
Intanto i milioni di posti di lavoro tardano ad arrivare, le produzioni sono “delocalizzate”, il costo del lavoro è sempre più basso, la produzione ristagna (ovviamente data la sovrapproduzione, ma questo non lo dice nessuno e parlano a vanvera di scarsa crescita!), la lotta di classe deraglia verso ultimi e penultimi, le elites e i loro difensori (a destra e a Sinistra) gongolano, il mondo va verso una società disgregata e fluttuante tra la rabbia e la disperazione.
Finché non si capirà che la lotta di classe deve essere indirizzata verso l’alto e che tutte le parti della società che stanno in basso subiscono la stessa sorte, fin quando la produzione sarà anarchica e selvaggia senza regole, così come la finanza che si arricchisce di denaro virtuale senza corrispettivo materiale, sin quando la globalizzazione spazzerà via le comunità e la cultura di comunità e di bene comune, non vi sarà futuro. Saremo destinati ad assistere impotenti alla distruzione ambientale del pianeta e alla distruzione materiale e morale dell’umanità.
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