La contraddizione tra le superpotenze è stata fino al crollo del muro di Berlino, la linea di demarcazione di due mondi: l'Occidente capitalista e l'Urss collettivista. Dopo il crollo del 1989 abbiamo registrato una dittatura unipolare esercitata dal Paese uscito vincitore dalla cosiddetta "guerra fredda". Dittatura sul piano culturale ed economico-finanziario, con risvolti enormi sullo stesso stile di vita dell'intera umanità, costretta o indotta, poco importa, a copiare il modello statunitense.
La rivoluzione tecnologica ed informatica ha poi orientato le scelte più di ogni altra leva, come nessuna dittatura avrebbe potuto fare: si pensi a quanto si sia condizionati ad usare pc, tablet, smartphone; miliardi di persone che hanno in tasca un oggetto che viene "imposto" dalla pressione anonima del mercato.
Ora la gara tra le potenze mondiali si è spostata tra gli Usa, in declino e la Cina in rapida ascesa.
Con una profonda differenza rispetto alla precedente contesa: la Cina vanta una cultura ulttramillenaria e un progresso tecnologico da paura, gli Usa girano intorno alla loro concezione veterotestamentaria e si illudono di essere i depositari della verità ultima e dei destini dei popoli del mondo, che puntualmente vanno a bombardare èper rimetterli in riga. Ma con la Cina una contesa militare sarebbe catastrofica per tutti.
La superpotenza asiatica ha un arsenale militare di tutto rispetto, detiene un enorme quantitativo del debito pubblico degli Usa, procede spedita nella supremazia tecnologica, e ha una visone strategica di lungo periodo.
Noi occidentali ne sappiamo abbastanza?
Trump comprende che la Cina non è un paese facilmente dominabile?
La politica dei dazi produce effetti positivi?
Noi occidentali siamo in declino culturale e non ci curiamo molto di ciò che accade fuori dai nostri confini domestici, anche quando vediamo gli effetti di alcune politiche che spingono milioni di esseri umani a migrare.
Al contrario, la Cina, sa molto bene cosa avviene in Africa. In quel continente sta investendo enormi risorse, costruisce strade, fabbriche e molte infrastrutture che sono opera di capitali e manodopera cinesi, per non parlare della terra che fisicamente è stata acquisita da capitalisti cinesi.
Insomma il capitalismo aggressivo cinese sta facendo le scarpe ai capitalisti occidentali e le conseguenze saranno brutalmente visibili (lo sono già per chi sa guardare) tra qualche tempo.
In tutto ciò, i popoli sono in balìa delle contese e contano sempre meno, una grande massa di persone si arrabatta per ottenere un lavoro e un reddito. Ma il potere resta in mano ai mercanti di carne umana.
L'alternativa Capitalismo/Comunismo ha lasciato il posto alla contesa tra due capitalismi entrambi feroci: quello Usa, che incarna la logica del trionfo del "mercato", e quello cinese, una forma di capitalismo dirigistico fortemente orientato dalla presenza di un partito unico e del suo presidente, sogno di ogni regime.
In entrambe le scelte il popolo non ha nessuna possibilità di riscatto.
La contraddizione interroga il futuro del pianeta. La forma di potere oligarchico che emerge in entrambi i casi non lascia ben sperare per le prossime generazioni.
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