Coronavirus un’occasione sprecata?
La tragedia del virus ci ha costretti in situazioni terribili con uno strascico di migliaia di morti, ma accanto agli aspetti negativi c’è anche una possibilità (molto piccola per la verità) di evitare gli errori del passato e invertire la rotta. Una borghesia intelligente che difende il capitalismo, ed una borghesia europea altrettanto evoluta dovrebbe cogliere il senso di quest’opportunità.
Il modello neoliberista ha clamorosamente dimostrato tutto il suo potenziale distruttivo. La società sotto il tallone della dittatura neoliberista della grande finanza porta inevitabilmente l’intera umanità verso il baratro. La crisi offre, drammaticamente, la possibilità di cambiare verso.
Chi è in grado di cogliere tale opportunità?
Il pessimismo è d’obbligo, con un immenso rammarico, però, per una serie di ragioni:
- l’economia è in profonda crisi, con gravi squilibri della ricchezza prodotta globalmente e distribuita in modo assai discutibile
- l’economia che predica regole e misure draconiane per le popolazioni, usa allegramente i paradisi fiscali e le risorse economiche degli stati e dei privati come “armi” per la dominazione di classe
- vi è una gestione assai piratesca delle leve economiche per sopraffare le economie degli stati subordinati alle economie dominanti
- le popolazioni e i lavoratori in particolare soffrono di una totale precarietà sociale ed economica con pesanti ipoteche sul futuro dei giovani
- nello stesso tempo molte generazioni di individui in tutto il globo si rendono conto che questo modello di società e di sviluppo Non offre alcuna speranza di migliorare o di riformare se stesso
- i partiti, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni imprenditoriali, le istituzioni sovranazionali hanno gravissime responsabilità nella stagnazione strutturale di questo modello, sia perché lo hanno sostenuto o avallato, sia perché non l’hanno smascherato e tanto meno combattuto
- l’emergenza climatica e la crisi economica ha mostrato al mondo intero l’assurdità di una vita condotta all’insegna del consumismo idea-totem del mercato e del modello del Capitalismo Selvaggio (consumo di legami sociali depauperati; consumo di merci senza scopo; consumo del suolo, dell’aria, dell’acqua, del sottosuolo, delle materie prime; consumo della vita delle persone; consumo del futuro)
- possibilità e desiderio di cambiare questo modello di vita per sostituirlo con una vita decente (come sosteneva Orwell), mai come oggi vi sono TUTTE LE POTENZIALITÀ per attuare una vera conversione dei modelli produttivi e, di concerto, dei modelli sociali (più rispettosi della qualità della vita, del lavoro, del tempo libero).
- Per tutte queste ragioni il pessimismo non può essere taciuto, ma se fossimo una specie davvero intelligente, oggi avremmo la possibilità, dopo questa terribile crisi mondiale, di non tornare alla “normalità” precedente che era caratterizzata da quei difetti gravissimi e letali sopracitati.
- Oggi dovremmo impegnarci per iniziare a costruire un nuovo modello di società non consumistico, bensì sobrio, non futile, cooperativo, solidaristico, con produzioni ed energie utili e non distruttive, un modello accorto nella difesa del Pianeta, dei Beni Comuni, dei diritti sociali, della redistribuzione della ricchezza. Un sogno possibile, purtroppo ostacolato da molte lobby della ricchezza sfrenata e selvaggia che non accetta regole, ostacolato anche dalla ignavia delle classi politiche e istituzionali, e dalla inazione delle masse lavoratrici.
Rimane il rammarico della consapevolezza: tutte le persone pensanti sanno che questa è l’unica alternativa perché l’umanità non cada nel baratro degli opposti egoismi e delle opposte tragiche miopie, ma sanno con altrettanta consapevolezza che i cambiamenti radicali sono sempre difficili e ostinatamente ostacolati.
Rimane la speranza di una certezza: la Storia va avanti comunque, e, prima o poi, presenta il conto: se saremo in grado di fermarci sul ciglio del burrone o se ci sprofonderemo dentro sarà solo una nostra responsabilità o colpa nostra, ma lo sapremo più avanti.
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