Condivido ogni sillaba di questo intervento di Tommaso Merlo e aggiungo:
chi non ha capito perché sono nati i 5stelle e che cosa hanno fatto in soli due anni di governo è in totale malafede.
A "sinistra" vi è un pregiudizio che si articola grosso modo in tre posizioni: A) i renziani, i craxiani, i "socialisti" da salotto, la sinistra-destra radical chic, lobbista e affarista li vede
come il fumo negli occhi perché i pentastellati, ostacolano ogni forma di corruzione e di intrallazzo e questo, per chi fa dell'affarismo colluso, corruttivo, occulto, diviene intollerabile; in
questa operazione i renziani e i loro accoliti sono sostenuti da una parte della classe imprenditrice e da una buona parte dei media.
B) i sinistri-sinistri duri e puri (quelli che sognano il ritorno di Stalin, oppure Trotzsky, Mao-tse tung, Bakunin, Rosa Luxemburg, Ceauşescu, Castro, etc...), avendo perso il treno della Storia
e non avendo MAI capito la lezione di Marx, si arroccano su narrazioni che oggi non hanno nessuna possibilità di potersi affermare - essendo fuori dalla Storia e fuori tempo massimo - quindi
rosicano nel vedere una forza giovane che riesce dove loro non sono riusciti a concludere nemmeno un punto di programma. Costoro anziché comprendere meglio cosa insegnava Marx, preferiscono
prendersela con i 5stelle e, sbrigativamente, cavarsela con un'etichetta facile facile: "sono un po' fascistelli, perché ce l'hanno con gli immigrati (cosa non vera, tra l'altro), sono di
"destra" perché non "abbattono e non cobattono" il capitalismo come noi duri e puri!, sono qualunquisti, antipolitici, impreparati". Secondo questa lettura, dei sinistri-sinistri, nessun seguito
possono avere e nessun accordo è possibile con costoro.
C) infine c'è la posizione di chi sogna di svuotarli e ridurli all'impotenza (una grossa parte dei piddini), per togliersi di torno un fastidioso concorrente.
A destra, lapalissianamente va da sé, vale la stessa analisi del punto A) i 5stelle impediscono di far man bassa del denaro pubblico. Quindi sono un pericoloso nemico da abbattere.
Detto questo, occorre segnalare che (Bersani, si proprio lui) si è reso conto che i 5stelle hanno fatto un gran lavoro e, con onestà intellettuale, glielo riconosce, in splendida solitudine.
Ma l'elettorato?
Ecco scorrendo i social si capisce che gran parte dell'opinione pubblica si beve le balle della scandalosa campagna di stampa contro il movimento (che ha commesso degli errori, sicuramente, ma
meno di tanti altri e ad ogni buon conto, ha portato avanti numerosi punti del programma che avevano promesso).
Quasi tutta la stampa e i media hanno cannoneggiato su questo movimento cercando qualunque pretesto per scardinarlo e metterlo in cattiva luce. Difficile per un giovane movimento sottrarsi al
tiro incrociato di tutte le cannoniere mediatiche!
Purtroppo, dato il tasso di corruzione di questo Paese e dato il tasso di analfabetismo funzionale, non c'è da stupirsi se, gran parte dell'opinione pubblica ha interiorizzato LE VELINE DEI MEDIA
E DELLA STAMPA. SOLO SE SEI INTELLETUALMENTE LIBERO E ONESTO E DOTATO DI NEURONI PUOI SOTTRARTI AL BOMBARDAMENTO, ALTRIMENTI CI CASCHI DENTRO CON TUTTE LE SCARPE. Ecco perché al momento i
risultati elettorali non sono lusinghieri.
Ma questo è un motivo per dividere e affossare il primo movimento che nella storia del dopoguerra negli ultimi tre decenni è riuscito DALBASSO a portare avanti gli interessi della popolazione,
anziché quelli di qualche lobby?
Ai pentastellati va rivolto quindi l'appello a non cacciarsi nel trappolone del "divide et impera", a far tesoro delle esperienze e a strutturarsi meglio, sui territori, a fare una legge sul
conflitto di interesse ben solida e a sgombrare la Tv pubblica dai faccendieri dei partiti. Questa opera di sanificazione dell'informazione è indispensabile per comunicare con il popolo!
SANIFICARE l'informazione pubblica ammorbata da lacché delle lobby e dei partiti. Un primo passo per risalire la china dell'informazione asservita e renderla più obiettiva.
Intanto, nei prossimi Stati Generali, occorre che si diano un assetto organizzativo più solido e coeso, senza cadere nel vittimismo, e nelle tentazioni scissionistiche. Far fronte unito contro lo
strapotere che li vuole affossare, migliorare decisamente la comunicazione attualmente imperfetta e spesso poco efficace. Darsi una serie di obiettivi raggiungibili in questa legislatura. Ma
tenendo in gran conto di, come dice Merlo, stare attenti a non perdere il treno, o di non farsi scaraventare sui binari.
(Tommaso Merlo) –
Treni come quelli del Movimento passano davvero di rado nella storia di un paese. Farlo deragliare sarebbe un crimine imperdonabile. E’ il treno di cittadini che si sono ritrovati attorno ad
un progetto politico. Ma invece di finire in qualche partitino dello zero virgola oppure rilegati perennemente all’opposizione, sono arrivati in pochi anni addirittura nel cuore del potere in
una grande democrazia occidentale. Senza soldi, senza stampa al seguito, senza uffici e santi in paradiso. Pacificamente, legittimamente. Comunque la si pensi, si è trattato di un trionfo
della democrazia nel senso più puro del termine e cioè di popolo che si fa governo. Forse il termine rivoluzione è esagerato ma il 4 marzo ha segnato un brusco cambio di paradigma nel nostro
paese, col potere passato da un vecchio e malconcio regime partitocratico ad un gruppo di sconosciuti cittadini. E comunque la si pensi, si è trattato di un fenomeno politico straordinario
soprattutto in un paese come l’Italia perennemente schiacciato dalla cappa conformista di qualche casta e in cui la politica si è sempre frammentata in mille inconcludenti campanilismi.
Un’egopolitica corrotta e lacerata da futili rigurgiti ideologici e autolesionistica faziosità. Il Movimento è riuscito a conquistare il potere grazie ad una tempesta perfetta. Deprimenti
cumuli di macerie politiche e sociali hanno consentito ad un progetto innovativo di riaccendere la speranza di milioni di cittadini desiderosi di voltare pagina e costruire un paese
all’altezza dei tempi e delle loro nuove consapevolezze. Il punto è che più le tempeste sono perfette, più difficilmente si ripetono. Per questo il treno del Movimento va fatto correre il più
a lungo possibile. Farlo deragliare o condurlo su un binario morto sarebbe un crimine imperdonabile. Sia per chi è seduto su quel treno sia per i cittadini che lo osservano passare da casa.
Un crimine imperdonabile anche perché quegli sconosciuti cittadini sono arrivati al potere con una “lista di cose da fare” di cui alcune molto ambiziose. Ebbene, la cruda cronaca dei fatti
dice che gran parte di quella lista è stata realizzata. Cosa non affatto scontata. Guidare una grande democrazia non è uno scherzo. Soprattutto se hai ferocemente contro tutti i reduci del
vecchio regime partitocratico. Il Movimento poteva benissimo fallire come del resto prevedevano tutti i benpensanti. Poteva fare la fine dei vecchi partiti e perdersi in anni di vane
chiacchiere. Ed invece il modello ha funzionato eccome. E questo nonostante il Movimento non governasse nemmeno da solo e con nel frattempo addirittura una pandemia da gestire. La lista di
cose realizzate supera già le più rosee aspettative. Fatti. Non chiacchiere propagandistiche o pseudo ideologiche. Certo, le cose da fare sono ancora molte, ma negare la realtà dei fatti è
folle. Come lo è pretendere che un paese cambi con un colpo di bacchetta magica come peraltro han sempre promesso i pifferai magici del passato. Per cambiare l’Italia ci vuole tempo, ci vuole
fatica. Il cambiamento è un percorso lento e sfibrante e lo è soprattutto quando hai perso decenni per colpa della malapolitica. Ma la strada intrapresa è indubbiamente quella giusta. Con una
politica al servizio dei cittadini e non più di lobby e di caste e di deliri egoistici. Ma c’è di più. Quei cittadini sconosciuti sono entrati nei palazzi al grido di onestà e la cruda
cronaca dei fatti dice che non solo non hanno rubato un euro ma hanno anche tagliato costi e poltrone e restituito stipendi e approvato leggi che uno stato in mano ai ladri non approvava mai.
Costringendo così i reduci del vecchio regime a darsi perlomeno una calmata. Certo, prima o poi anche il treno del Movimento si dovrà fermare. Perchè si esaurirà la sua spinta politica o
perchè qualcuno riuscirà a sabotarlo rendendolo innocuo. Magari rilegandolo a partitino di opposizione come già profetizzavano i benpensanti. Così presunti delusi de noialtri,
hocapitotuttisti e traditori di vario rango potranno festeggiare e tornare nelle braccia del vecchio regime partitocratico che li ha umiliati per decenni e non vede l’ora di ricominciare a
farlo. Già, prima o poi ci riusciranno a fermare quel maledetto treno. Salvo poi rimpiangerlo quando sarà troppo tardi. Sarà la storia a valutare l’impatto complessivo del 4 marzo sulla
repubblica italiana. Di certo due anni sono davvero nulla e la corsa deve proseguire. Treni come quelli del Movimento passano davvero di rado nella storia di un paese. Farlo deragliare
sarebbe un crimine davvero imperdonabile.
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