
In questi giorni, seguendo il "dibattito interno sui social" si legge di tutto e il suo contrario. A volte gli argomenti sono portati con ragionevolezza, altre volte con tifo calcistico, tra filo-diba e anti-diba. Il tifo con le sue estremizzazioni nuoce sempre a qualsiasi movimento, ancor più ad un movimento relativamente giovane, circondato e attaccato da tutte le parti. Bisogna avere metodo nelle discussioni, senza tifoserie da quattro soldi. Occorre scavare a fondo, capire, senza dogmi e senza inutile retorica. Bisogna avere come riferimento l'obiettivo principale: l'unità e gli scopi del Movimento.
Lo “scossone” di Diba, al di là del fatto che l’intervista concessa alla rete7 non è stata una genialata, ha avuto un (merito?) effetto di accelerazione sulla discussione stagnante, è stata la classica pietra per smuovere l'acqua ferma.
Però... ci sono delle cose che convincono e altre meno. Senza voler fare la tabella di ciò che è buono e ciò che non lo è, bisogna analizzare vari aspetti con calma:
- perdita di consenso: è sciocco dire che la perdita si è avuta a causa dell’alleanza col PD (morte nera); a voler essere precisi l’erosione era già avvenuta con l’abbraccio mortale con la Lega (morte verde?).
Aver lasciato “estese praterie” alle scorribande di un Salvini-tuttologo e alla sua becera propaganda anti-immigrati, anti-Europa, anti-euro, fintamente anti-casta, che solleticava quella parte “leghista” che era dentro ai 5stelle (vedi Paragone e tanti altri elettori), ha eroso molta parte di consenso. Solo che ad un certo punto questo tipo di elettori proto-leghisti, “schifati dalla partitocrazia” (ma di stomaco forte!) hanno di nuovo preferito l’Originale partitocratico leghista; e il capirutti, Salvini, è cresciuto enormemente più del dovuto. Non lo si è contenuto quando sparava a zero sulla “sicurezza” (alla “giustizia del West” o alla Rambo) e “sull’immigrazione” (per altro mal gestita ancora adesso, basta farsi un giretto per le campagne a vedere la neo-schiavitù, più disumana e super sfruttata, all’opera).
- La perdita di consenso col PD segue quella precedente. Anche in questo caso, molti elettori, ex della Sinistra Morta, sono tornati all’ovile, per svariate ragioni: alcune giravolte e troppi silenzi su Salvini e i suoi processi, sulle ruberie della Lega, alcune lentezze sullo sviluppo di un welfare più incisivo, la disoccupazione, la mancanza di politiche adeguate sul mondo del precariato, sulla cittadinanza negata ai ragazzi che sono integrati nella nostra società, nelle nostre scuole, ma sono di origine straniera, (tutti argomenti che allontanano le simpatie della parte più altruista e sensibile della società). L’impressione che il Pd sia la forza maggioritaria (vedi elezioni regionali e locali), e la “rabbia” di alcuni “attivisti distratti” che, ad ogni occasione, gridano al “tradimento”, anche quando nessuno ha tradito i principi del movimento; la sensazione che il movimento sia succube del PD e che si faccia dettare l’agenda politica come prima era “succube” della Lega, sono tutti argomenti a favore della “perdita di consenso”.
- Infine gli astensionisti: ossia l’esercito degli “schifati”, o dei pressapochisti, o ancora di quelli che...”tanto sono tutti uguali”; che erano stati riattivati (resuscitati temporaneamente) per merito del movimento, ma che sono “impazienti” di vedere risultati immediati, e che “precipitano facilmente nel disincanto” e altrettanto facilmente sono manipolati dal bombardamento mediatico anti-5stelle che si basa su alcuni luoghi comuni: “sull’inesperienza”, sulla “incompetenza”, sul “sono casta anche loro”. Tutto ciò ha svuotato il movimento dal consenso “liquido” di costoro.
Ora si aspettano gli Stati Generali. Sarà un’occasione di confronto costruttivo o un regolamento di conti? Se prevarrà la testa, dovrebbe essere un confronto rivolto al rilancio di un vasto programma di “piccole rivoluzioni” per il Bene Comune.
Se, al contrario, prevarrà la “pancia”, ossia la logica di regolare i conti, c’è il concreto rischio di ridursi a una guerra per bande che non porterà da nessuna parte, anzi favorirà il divide et impera che altre forze hanno innescato contro il giovane movimento.
Unità, dialogo costruttivo, scelte precise, programma serio e condiviso, migliore selezione dei candidati, basta con le Cunial da quattro soldi, o i Paragone-leghisti, eletti solo per tradire il movimento e albergare in parlamento. Inoltre serve ricucire la rete territoriale con maggiori contatti con gli eletti e portavoce locali.
Questi ed altri punti programmatici, possono costituire una prima base per una riorganizzazione che faccia fare un salto di qualità al movimento.
Infine la comunicazione deve essere più curata, chiara e incisiva, dato l’accerchiamento di tg e giornaloni che spandono in continuazione notizie false e tendenziose.
Si farà? Gli Stati Generali saranno all’altezza del compito?
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