I palloni sgonfiati

 

Il M5stelle ha dato una spinta DALBASSO al rinnovamento della politica italiana, ha regalato entusiasmo e voglia di partecipazione, ha scosso le “stanze dei bottoni”, ha fatto muovere una bella fetta di popolo.

Fino al Conte 2 godeva di ampia simpatia e di sostegno popolare, poi ha dimostrato una assurda pavidità ed ha incominciato la discesa rapida sul piano inclinato del consenso.

I Fatti:

Renzi, uno dei peggiori avventori della scena politica, per conto terzi, tramava da tempo per la destabilizzazione e il ribaltone;

Le lobby finanziarie non potevano sopportare oltre l’affronto “spartachista” di un movimento che combatteva su vari fronti, perciò, come nel caso del condottiero ex schiavo Spartaco, hanno tramato per dividere e imperare;

Il tradimento e la frantumazione di un movimento passano sempre dalle contraddizioni interne.

La resistenza del movimento e la difesa del Conte 2 è stata simile ad una resa incondizionata, le braghe e le armi sono state gettate nel fosso, e ogni peones in parlamento ha ingoiato il rospo con tutto lo stagno.

X chi ha cercato di opporsi è scattata una espulsione bulgara.

Beppe Grillo sembra che abbia avuto un “colloquio riservato” con l’ambasciata Usa, è possibile che qualche membro d’apparato gli abbia “soffiato nelle orecchie”?    Non lo sapremo mai, però sappiamo che, improvvisamente, in questo ex comico è scattata una giravolta a 180 gradi.

Dall’infame “Draghi e Cingolani sono grillini”, al quesito farabutto sull’entrata nel “governo dei peggiori” è stato un susseguirsi di slavine.

A tutto ciò si è aggiunto il balbettio e il battibecco Grillo-Conte (non è all’altezza, non ha visione, ecc…)

Conte, pur essendo una persona perbene, cosa innegabile, non poteva risollevare questo disastro.

Inoltre le sue dichiarazioni sembrano troppo paludate e infarcite di bon ton, al punto che risulta un fedele sostenitore del governo Draghistan.

Troppo legato al concetto di “tener fede alla parola data”, in un contesto di spergiuri e bugiardi matricolati a partire proprio da Draghi che ha fatto promesse da marinaio per avere i favori del Fu M5stelle.

Ormai il movimento è in caduta libera.

Nemmeno Conte (che si è giocato gran parte di popolarità accettando di fare il “capo”, in un movimento nato per superare la concezione leaderistica dell’uomo della provvidenza), può arginare la frana che incombe.

Il Fu--- è diventato un partitino di dirigenti senza truppe e senza più l’entusiasmo popolare a sostenerlo, si è rivelato un altro tentativo fallito.

La nomina di vice sceriffi e commissioni denota che la base non c’è più.

I territori sono un deserto, i militanti che hanno sacrificato giorni e dato anni di fatica alla crescita della base, si son ritirati a vita privata mordendosi le mani e imprecando per tanta vigliaccheria dei capetti.

Cosa resta?

Restano l’esperienza di una lotta dal basso in un contesto difficile, dove le lobby usano ogni mezzo per stroncare qualsiasi ribellione popolare, restano intatte le parole d’ordine, la ricerca di giustizia sociale, le battaglie per i Beni Comuni, resta la speranza che in futuro un nuovo movimento sia più attrezzato a non farsi fagocitare dal luccichio del potere e da qualche poltrona.

Resta la voglia di un mondo meno ingiusto con più equa distribuzione della ricchezza prodotta.

Ma sarà dura!

Dopo una sconfitta simile, ci vorrà molto tempo prima che le persone tornino in prima fila a fare politica, ci vorrà tempo per fidarsi dei propri rappresentanti che non svendano tutto l’impegno, le lotte, le fatiche, fatte per raggiungere dei risultati e NON vederseli portar via da coloro che dovevano custodirli.

Così come molti Non si sono mai fidati di un Di Maio, perché si vedeva che aveva la cifra del personaggio azzimato che si “adatta al contenitore”, allo stesso modo come ci si potrà fidare dei futuri leader di un futuro movimento?

Ecco in cosa consiste il danno che produce un cocente tradimento dei valori.

 

Si può essere sconfitti, certo,  ma restando in piedi, con la schiena dritta,

oppure si può strisciare implorando e supplicando di aver salvo qualche posticino, ecco in cosa consiste la tragica farsa odierna.

Se dopo il Conte 2 si fosse rimasti in piedi con la schiena dritta, il movimento godrebbe ancora di fiducia e, cosa più importante, non ci sarebbe l’amara sensazione di essere stati gabbati e traditi dai propri rappresentanti.

Queste fughe dal conflitto sociale sono “deserti da attraversare” e rendono molto amara e ardua la ripresa del cammino verso la lotta per un Paese migliore.

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