Cowboy, bovari, e altro bestiario

 

LA NARRAZIONE MAIN STREAM sulla crisi Ucraina continua a sostenere tesi che non chiariscono i termini del problema: cosa ha scatenato la guerra in Ucraina?

 

Se si segue la narrazione vigente si capisce solo quanto segue:  c'è un dittatore, sanguinario, che una mattina si sveglia e non sapendo che fare decide di far guerra a un paese fratello "innocente".

 

C'è un Europa "solidale" che, per carità cristiana, invia armi. 

I più cristiani di tutti sono polacchi, la Polonia infatti fa entrare i profughi (con tanti bambini) senza Se e senza Ma, mentre solo qualche settimana prima, lasciava morire di freddo altri profughi (con tanti bambini) che erano "difettosi"  perché erano Curdi, Siriani, Iracheni, insomma portavano il marchio di infamia di non c'entrare nulla con le politiche della Nato.

C'è poi un vecchio un po' rimbecillito che parla di terza guerra mondiale.

Ci sono dei cowboy che non vedono l'ora di mettere le mani sulla nuova frontiera, a costo di uccidere tutti i bisonti e di incendiare le praterie, pur di sterminare, affamare, sconfiggere i nemici.

 

La narrazione main stream fa schifo e purtroppo invade le case e ottunde i cervelli.   Al punto che le persone non capiscono più nulla e,  semplicemente, TIFANO PER UNA SQUADRA CONTRO L'ALTRA.

 

In questo gioco al massacro della ragione, l'Europa fa la parte del viscido servilismo.   

Si schiera con atti di guerra indiretta (invio di armi, attacco alla banca centrale russa) per colpire l'avversario. 

 

La storia si ripete:  con  la crisi dei missili a Cuba, con l'Iraq di Saddam, con l'Afghanistan, con la Libia, ecc...  Con una differenza: nella crisi dei missili a Cuba prevalse la ragione e si deposero le armi nucleari, viceversa, nelle crisi successive si sono operate distruzioni senza  soluzioni, lasciando Paesi allo sfascio nella migliore logica dei film di hollywood: i cowboys arrivano, sparano, ammazzano tutti e sono sempre vittoriosi. Evviva.

Gli sconfitti, i popoli, raccolgano i cocci.

I cowboy sono superiori non si occupano di queste quisquilie.

 

La contro-narrazione ci racconta un'altra storia: un dittatore nazionalista violento, spaventato dai missili nel cortile di casa, intavola tre mesi di trattative con emissari Usa, chiedendo la neutralità del paese confinante, temendo una balcanizzazione della Russia, in parte già avvenuta dopo la caduta del muro di Berlino (così si comprendono anche i riferimenti a Lenin, che altrimenti suonerebbero stonati in bocca ad un nazionalista russo, qual è Putin) e temendo che la stessa sorte possa accadere in un altro paese confinante: la Bielorussia.

Gli emissari usa, da giocatori di poker incalliti, bluffano e tirano il colpo gobbo, usano la carta ucraina per spaventare ulteriormente l'oligarchia russa, fornendo la copertura Nato al presidente ucraino che non aspettava altro.

Si inasprisce il conflitto che non nasce oggi, ma è in vigore da 8 anni con reciproci massacri di civili.

Ciò non giustifica l'aggressione militare ovviamente, ma fa capire meglio cosa sta capitando.

Va inoltre detto che l'Ucraina si è fidata un po' troppo di  (vaghe? o meno vaghe) promesse fatte dai leader inglesi, americani e canadesi.  Illusi di far parte della Nato nel cortile di casa.  

L'Europa da utile servo sciocco, anziché giocare un ruolo strategico forte, dimostra per l'ennesima volta che si tratta solo di una accozzaglia di banchieri e mercanti, senza unità politica, senza teste pensanti, e accodandosi alla peggiore tradizione, offre armi, e benzina ideologica. 

Poteva fare di meglio?

Certamente, svincolandosi dall'abbraccio mortale della Nato, che finora ha portato la Vecchia Europa a zonzo in guerre varie, con l'immensa felicità dei fabbricanti e mercanti di armi;  avrebbe potuto assumere un RUOLO TERZO TRA I CONTENDENTI e offrire ponti di dialogo tra le parti, facendo da calmiere alle mire espansionistiche imperiali della Nato (USA) e offrendo luoghi dove dialogare pacificamente senza pistole fumanti sul tavolo, rassicurando l'Oligarchia russa e, indirettamente, quella cinese.

Un'Europa di Pace raffredderebbe i bollenti spiriti dei cowboy americani e degli armigeri russi.  

 

Schierandosi da una parte si ottiene un risultato pericoloso: si accerchia la Russia, si getta benzina sul fuoco, si contribuisce alla balcanizzazione russa, oggi l'Ucraina, domani la Bielorussia, dopodomani ...

 

[ “Gestire la dissoluzione della Russia”  (Managing Russia’s Dissolution) è  il titolo di uno studio  apparso su The Hill. A  firma  di Janusz Bugajski,  propugna il progetto di “perseguire attivamente lo smembramento della Russia”. Bugajski  mette in rilievo che “l’ingombrante federazione è composta di 85 ‘soggetti federali’, di cui 22 repubbliche che  rappresentano etnie non russe, tra  cui il Caucaso settentrionale e il Volga medio, e numerose regioni con identità distinte che si sentono sempre più estraniate da Mosca. In estremo oriente, regioni come Sakha e Magadan e in  Siberia, con la loro notevole ricchezza di minerali, potrebbero essere Stati di successo senza lo sfruttamento di Mosca”].

 

Dato che il progetto va avanti c'è il rischio concreto che, messi con le spalle al muro, gli oligarchi russi ricorrano alle armi nucleari. 

Ma questo non impensierisce i governanti europei dato che il livello medio è quello rappresentato nei rispettivi parlamenti, livello che suscita solamente insulti e improperi.

E il ruolo dei popoli?

Masse di patate orientate dai media. Purtroppo.

Se fossero masse pensanti dovrebbero prendere a calci i propri rappresentanti guerrafondai.  Gli americani dovrebbero procedere a grandi calci nei rispettivi partiti Repubblicano e Democratico, ove il secondo è, storicamente, peggiore in quanto più guerrafondaio del primo.

In Europa i popoli dovrebbero cacciare a pedate i loro rappresentanti che sanno concepire solo invio di armi e dichiarazioni incendiarie.

In tutto ciò rischiamo di trovarci, impotenti,  dinanzi all'irreparabile. Auguri. 

 

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