5 maggio nasceva K.Marx

 

Il 5 Maggio del 1818 nasceva a Treviri un gigante del pensiero filosofico, economico, sociologico, politico, il geniale Karl Marx.

Oggi navighiamo in un ginepraio di crisi  del Capitalismo, perciò è opportuno fare qualche brevissima riflessione sul pensiero di Marx:

1) sul "crollo" del capitalismo diversi approcci provenienti dalle file marxiste hanno teorizzato.  Questa furia delle previsioni ha nociuto parecchio alla stessa teoria di Marx.  Il capitalismo è in crisi, sono violente e ripetute, ma questo non basta a deciderne il "crollo".  (un certo vizio dovuto a forme ideali di determinismo ha contribuito a costruire una falsa visione della realtà).    Non c'è alcun automatismo, né alcun fine predeterminato a che ciò accada. 

Finora il capitalismo è riuscito ad assorbire le crisi con diversi metodi che hanno generato guerre mondiali, distruzione di forze produttive, miseria, lutti infiniti, ma è ancora vivo e vegeto.   

 

In alcuni momenti del suo grande contributo all'umanità, Marx e, soprattutto Engels, si sono lasciati sedurre dal determinismo.  Questo non li rende ovviamente responsabili, ma ha contribuito nei loro epigoni, a cadere nel facile entusiasmo, seguito poi da grande delusione-rassegnazione.   Nell'epoca del positivismo e della fede cieca nella scienza e nei suoi progressi era quasi obbligatorio pensare che lo sviluppo umano fosse lineare ed inarrestabile e che la linearità avrebbe portato il capitalismo a scavare la propria fossa. 

 

2) un altro grande abbaglio è stato pensare che la classe operaia fosse assolutamente in grado di gestire il potere, una volta abbattuta la classe egemone.   Oggi sappiamo che la classe proletaria si adatta come l'acqua al suo recipiente con molta facilità.  Perciò il passaggio di poteri non è poi così scontato ed assoluto.  Ci vuole una grande opera di dialettizzazione delle contraddizioni per saper governare le stesse.  Il potere proletario, laddove riesce a vincere (Urss, Cina, Cuba, Paesi dell'Est, ecc...)  naviga anch'esso attraverso mille scogli.   

La contraddizione delegato/delegante,  la differenza di sapere e di potere all'interno del patto sociale, la distribuzione equa delle risorse tra tutti i cittadini governanti e governati nel periodo di consolidamento della democrazia popolare, l'impiego delle risorse negli armamenti (in URSS e nei Paesi del Patto di Varsavia le risorse in armamenti per fronteggiare il nemico capitalista ha squassato l'economia finendo per determinare un "comunismo della penuria", anziché di benessere per il popolo.

 

3) la previsione sulla polarizzazione della ricchezza è stata una grande intuizione di Marx, cosa che è avvenuta in un crescendo man mano che la concorrenza accentuava il monopolio della ricchezza.

Siamo giunti ad una situazione senza precedenti: abbiamo la più vasta possibilità di produrre una ricchezza a misura di ciascun abitante del globo, che potrebbe essere ripartita in modo equo, eppure i tre quarti dell'umanità ne sono esclusi, un piccolo gruppo di persone possiede una ricchezza smisurata rispetto al resto dell'umanità.  L'oppressione, lo sfruttamento hanno aumentato a dismisura i profitti, ciononostante la crisi monetaria è dirompente.

La guerra con conseguente distruzione di forze produttive è una delle strade più battute per affrontare le crisi. Con un rischio immenso per l'umanità e costi spropositati in vite umane. 

 

 4) se la teoria della polarizzazione è giusta ne consegue che molti settori della borghesia sono destinati a precarizzarsi, il loro status non è garantito per sempre, questo determina una logica conseguenza:  la borghesia NON è un monolite.  In verità nessuna classe sociale è monolitica, esistono settori, strati, assai differenziati, quindi la lotta di classe non può essere rappresentata come uno scontro assoluto tra il Proletariato (duro e puro) da una parte e la borghesia (tutti capitalisti e sfruttatori)  dall'altra.  Questa visione manichea ha contribuito non poco a rompere il fronte che avrebbe dovuto opporsi ai monopoli imperanti. Su questo punto l'analisi deve essere molto più raffinata e prevedere diversi punti di interesse comune tra strati differenti di cittadini.  

 

IL pensiero di Marx ha previsto molte delle crisi che affliggono il capitalismo e le ha sviscerate, il suo insegnamento è stato un faro guida per molti nel corso del novecento, ma oggi siamo distanti anni luce da tutto ciò: siamo in preda a convulsioni violente del capitalismo, (con il suo corollario di guerre di mercato e di armi e delle sue politiche monetarie che affliggono i popoli; il dominio delle oligarchie finanziarie è incontrastato), i popoli sono frastornati e in preda allo sconforto, privi di strumenti di interpretazione della realtà,  quella che un tempo era la coscienza di classe è completamente offuscata e disorientata.

Per questo sarebbe importante ritornare a occuparsi di Marx e del suo pensiero originale, per rivificarlo, mondandolo delle iperboli propagandistiche di allora (nel 1800, giustificate, oggi non più), per far riemergere un pensiero creativo che può fare rinascere la speranza nei popoli,  avendo cura di non  ripetere quegli errori che hanno demolito un patrimonio di insegnamenti.  

 

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